Radicchio rosa – un ortaggio sconosciuto

Il radicchio rosa è sicuramente una varietà poco utilizzata ma che può regalare soddisfazioni sia nella coltivazione sia in tavola. Il Radicchio Rosa del Veneto si presenta con un caspo dalle foglie di colore rosa tenue e dal sapore delicato. E’ una varietà resistente al freddo e tardiva: infatti matura a 120 giorni dal trapianto quando il cespo sarà uniforme e semiaperto.

Se siete intenzionati a coltivarlo a partire da seme vi suggeriamo la lettura dell’ articolo IL SEMENZAIO. Per chi invece vuole saltare questo passaggio è possibile reperire le piante già vegetate nei centri specializzati.

Le piantine si possono trapiantare da luglio sino a ottobre in piano campo o in balcone. Utilizzare terriccio morbido meglio se concimato biologicamente distanziando le une dalle altre di almeno 25-30 cm. In questo modo le piantine avranno tutto il nutrimento e lo spazio necessario per crescere bene. La giusta distanza infatti evita anche la formazione di malattie fungine, fra cui l’Oidio, alle quali questi ortaggi sono sensibili. A questo proposito è buona norma anche asportare le infestanti che crescono fra una piantina e l’altra. Le annaffiature devono essere regolari per tutta la durata della crescita, abbondanti lasciando seccare la terra fra un’adacquatura e l’altra.

Perché coltivare questo speciale radicchio? Per il sapore naturalmente! Si presenta al palato con note amarognole e un retrogusto dolciastro e dalla consistenza croccante. E’ adatto quindi per le insalate, con carne o pesce. Gusto a parte è anche una gioia per gli occhi e può essere usato per guarnire i nostri piatti più fantasiosi.

Terriccio: quale scegliere?

Terriccio: quale scegliere?

Non è sempre facile districarsi nella scelta del terriccio per le nostre piante. Le tante tipologie che la grande distribuzione ci offre non aiutano certo il consumatore, anche esperto, a fare una scelta consapevole. Il giusto terreno di coltivazione è importante per ottenere il meglio dalla coltivazione delle piantine, che in un buon substrato cresceranno forti e più resistenti.

Come fare quindi?

Al di là del consiglio scontato ma mai banale di farsi consigliare nei vivai e negozi specializzati, è possibile con poche nozioni evitare di fare grossi sbagli nella scelta. Un buon terreno infatti deve:

  • – ancorare le radici della pianta
  • – contenere elementi nutritivi
  • – trattenere la giusta quantità d’acqua
  • – consentire un buon drenaggio, in modo da evitare ristagni idrici

Iniziamo a vedere le maggiori categorie in commercio:

  • UNIVERSALE: questo terriccio si adatta bene a tutte le piante, ed eventualmente può essere usato come base per crearne uno specifico. Dal pH neutro, quelli di migliore qualità hanno una buona percentuale di materiale drenante (lapillo, argilla espansa, pomice o perlite) e sono già concimati. Per la coltivazione di piante da orto può essere utilizzato questa tipologia, meglio se concimata biologicamente.

 

  • PER PIANTE ACIDOFILE: dal pH acido, questo substrato permette la coltivazione di piante come azalee, rododendri, ciclamini, aceri giapponesi, camelie, ortensie e molte altre. A differenza di quello universale ha una migliore capacità di trattenuta dell’acqua e al tatto risulta più fibroso in quanto derivato da un misto di torbe.

 

  • PER PIANTE GRASSE: il terriccio per piante grasse presenta una buona quantità di sabbia, necessaria per creare il giusto drenaggio che queste piante richiedono. La sostanza organica in questo caso, se presente, è ben incorporata.

 

  • PER AGRUMI, PIANTE MEDITERRANEE E AROMATICHE: in questo caso il substrato presenta del materiale drenante di grandi dimensioni (come lapillo o pomice) che permette un buon sgrondo dell’acqua. Poiché la maggior parte di queste piante si coltivano per poi utilizzarle in cucina meglio scegliere un terriccio concimato biologicamente.

In vivai specializzati si potranno trovare altre tipologie di terreno più o meno specifiche, basterà scegliere quella più adatta alla nostra pianta da coltivare.

Dopo qualche tempo che le piante sono rinvasate, la sostanza organica presente nel terriccio tenderà ad esaurirsi, dunque per favorire una crescita rigogliosa delle nostre piante sarà necessario reinserirla tramite concimi liquidi o granulari.

BASILICO – cura e manutenzione

BASILICO – cura e manutenzione

‘Come posso crescere il basilico?’

E’ una domanda che ci viene chiesta spesso. Nonostante il basilico possa essere annoverato fra le piante di facile coltivazione in realtà se posto nelle condizioni sbagliate sarà difficile avere delle belle piantine. Guardiamo quindi insieme i passaggi da seguire:

  • L’ESPOSIZIONE

Meglio porre la nostra piantina in pieno sole o eventualmente a mezzo sole in modo che possa crescere rigogliosa. Se piantata in vasi piccolini prediligete il sole solo metà giornata: il vaso non si scalderà troppo, soprattutto in estate. Se il vostro basilico ha a disposizione vasi grandi o è piantato in piena terra allora potrete porlo in pieno sole senza alcun problema!

  • L’IRRIGAZIONE

Il basilico ha delle foglie morbide e quindi ‘piene’ d’acqua, soprattutto se lo confrontiamo con le foglie del rosmarino. Quindi è molto importante non dimenticarselo, in particolare se la nostra piantina è in pieno sole! Durante le prime fasi di crescita (dalla semina sino all’uscita delle prime foglie) il terreno deve sempre essere umido ma non zuppo in modo che le piccole radici possano trovare con facilità l’acqua e le sostanze nutritive. Quando la piantina sarà cresciuta invece il terreno è bene farlo asciugare tra un’adacquata e l’altra.

  • IL TERRENO

Per la coltivazione del basilico meglio scegliere un terreno morbido, ricco di sostanze nutritive. Per la coltivazione in vaso meglio prediligere dei vasi profondi in cui le radici possano crescere bene andando il più possibile in profondità.

  • LA CONCIMAZIONE

Possiamo concimare le nostre piantine in due modi: con concimi granulari oppure liquidi. Quale scegliere? Dipende dalle nostre abitudini. Se irrighiamo con gli annaffiatoi allora possiamo scegliere una concimazione liquida da sciogliere in acqua. Se invece preferiamo adacquare con la gomma o abbiamo l’impianto di irrigazione meglio utlizzare una concimazione granulare. In tutti i casi è importante concimare per permettere al basilico di crescere bene e forte.

 

E adesso.. buona coltivazione a tutti!

Ciliegie: aspettando giugno!

Stanno per arrivare le nostre ciliegie!

Uno dei frutti più amati da grandi e piccini sta arrivando a maturazione, proprio per l’arrivo dell’estate. Questi frutti hanno tantissime proprietà e sono quindi un ottimo alimento per una dietà detox per disintossicare e depurare l’organismo, sono anche utili per regolarizzare il fegato e una buona fonte di antiossidanti. Inoltre contengono tante vitamine, fra cui la A, la C e la E, e anche flavonoidi, utilissimi per la lotta all’invecchiamento.

E noi vi diamo un altro buon motivo per fare in modo che una ciliegia tiri l’altra: le ciliegie di nostra produzione a giugno saranno pronte per essere raccolte e mangiate! Adesso stanno maturando nei nostri campi e il prossimo mese quando saranno perfette per la raccolta le potrete trovare nel punto vendita. Sulle vostre tavole potrete quindi avere un frutto di stagione e a km 0, perché coltivato proprio fuori le mura di Ferrara. Inoltre, essendo appena colto conterrà  tutte le vitamine e gli elementi nutritivi di cui è famosa, per un’infusione di energia al massimo!

Seguite le nostre news sia sul sito che su fb perché prossimamente avremo una dolce sorpresa per voi!

La stagione delle ciliegie sta per aprire, vi aspettiamo!

Arriva il TomTato!

Finalmente sui nostri bancali arriva il TomTato, novità dell’anno!

Ideata in Inghilterra, questa pianta da orto permetti di coltivare insieme patate e pomodori grazie ad un ingegnoso innesto: nessun ibrido o OGM, semplicemente un’antica e ancora valida tecnica agricola.

E’ diventato quindi possibile avere sino a 500 pomodori ciliegini e arrivare a produrre ben 2 kg di patate varietà bianca con un unica pianta! Gli ortaggi arriveranno a maturazione uno dopo l’altro facilitando così la loro raccolta.

Ma come effettuarla?

Sarà prima di tutto necessario staccare i pomodori e solo dopo sradicare la pianta del Tomtato e raccogliere le patate.

Adatto sia alla coltivazione in pieno campo sia all’orto in balcone, troviamo che questa soluzione si adatti bene soprattutto a chi ha poco spazio e non vuole rinunciare a nulla!

Da riparare in una zona soleggiata e con un buon terriccio da orto, il TomTato sarà sicuramente un addizione importate alla nostra coltivazione casalinga. Se comprato in primavera è necessario tenere sotto controllo le temperature e tenerlo riparato in serra sino a che queste non abbiamo raggiunto i 12-13°C di minima, poiché la pianta di pomodoro rischierebbe di subire gravi danni alle foglie e quindi produrre meno o addirittura nulla.

La distanza fra una piantina e l’altra che suggeriamo è di 70-80 cm.

 

Aspettiamo gli orticoltori più innovativi in negozio per sperimentare il TomTato!

Peperoncini, piccanti di natura

Peperoncini piccanti, che passione! Da qualche anno questa mania è scoppiata fra i giardinieri, soprattutto giovani, e più i peperoncini sono hot e meglio è! Madri disperate ci inseguono per avere l’ultima varietà uscita da regalare ai loro ragazzi con la febbre per il piccante armate nella borsa di yogurt per placare poi le bocche fiammeggianti.
Ma come tenere al meglio i peperoncini? In questo post ci occuperemo dei maggiori dubbi sulla coltivazione di queste piante.
Prima di tutto, se non li vogliamo coltivare a terra o non ne abbiamo la possibilità, fondamentale è la scelta del vaso:
deve essere profondo, meglio se di terracotta.
E il terriccio?
meglio se contiene pomice, in modo da far ‘sgrondare’ fuori l’acqua con facilità, evitando così i ristagni.
L’esposizione: ecco qua la teoria dice una cosa, ma la nostra esperienza ci ha portato ad una idea tutta nostra. Il peperoncino deve stare al sole, non si scampa, soprattutto in fase di maturazione dei frutti. Noi però abbiamo notato che in fase di vegetazione e fioritura se le piante rimangono a mezz’ombra (meglio se all’ombra al mattino e al pomeriggio al sole) diventano più belle e si sviluppano meglio.
Ma quali sono le varietà più piccanti?
chilli-831039_1280In commercio si trova di tutto e ogni anno saltano fuori nuove varietà sempre più piccanti, al limite con il non commestibile, fare dunque una panoramica esaustiva è impossibile. Sicuramente fra i più conosciuti super hot meritano una menzione gli Habanero di cui si possono trovare varietà di tutti i colori e dimensioni, di facile coltivazione e buona produttività. Il Re della Piccantezza rimane comunque il Red Scorpion, per palati veramente allenati. Già le sue foglie se strofinate a mani nude danno un piccolo pizzicorio.
Per chi invece vuole partire coi piedi di piombo può provare i peperoncini della nostra tradizione. Fra i più amati da noi italiani è il Lungo Calabrese, con cui è possibile fare le famose trecce di peperoncini secchi, o il Piccante Tondo, da riempire con il tonno e mettere sott’olio.
Quali sono le malattie del peperoncino?
Il nemico n. 1 sono gli afidi: questi insetti pungono la foglia per nutrirsi della linfa, indebolendo la pianta, e rilasciano le loro feci sulle foglie (la famosa melata), rendendole appiccicose. Su queste poi spesso si instaurano dei funghi (fumaggine) che rendolo la lamina fogliare scura, indebolendo la nostra pianta. Come fare? Niente paura! Contro afidi e funghi esistono prodotti chimici specifici, che si possono utilizzare anche in caso di coltivazione biologica poiché usano sostanze naturali.
Ci sarebbero tanti argomenti da sviluppare su questo tema che questa piccolissima panoramica non ha nemmeno sfiorato e speriamo in un futuro di fare!

E.

IL SEMENZAIO

‘Appezzamento di terreno di buona qualità, ben concimato e a volte protetto contro il freddo da cassoni, vetri, stuoie, ecc., a cui si affidano i semi di piante che dopo qualche tempo dovranno essere trapiantate a dimora’ (dal dizionario Treccani)

Il semenzaio prevede la semina delle specie da orto in un ambiente controllato, in modo da poter seguire la germinazione al meglio e ottenere piantine ben formate e forti che potranno essere poi trapiantate nel nostro appezzamento o nel nostro balcone.

Perché non seminare direttamente in piena terra allora?

Perché spesso le condizioni climatiche sono più fredde rispetto alle necessità dei nostri semi, che quindi non riescono a germogliare, costringendoci a riseminare un’altra volta quando il clima sarà più favorevole. E a chi piace fare un lavoro due volte?

Fatto in questa stagione (febbraio-inizio marzo) permette di poter iniziare a coltivare tutti quegli ortaggi che non riuscirebbero a germinare con le temperature attuali (4-6°C) ma necessitano di maggior calore (15°C) come ad esempio pomodori, peperoni, melanzane, cetrioli, zucchine ecc. Queste piantine si svilupperanno nel semenzaio e potranno essere messe a dimora quando arriveranno ad avere 2 foglie vere e le temperature esterne lo permetteranno, di fatto anticipando così la loro coltivazione, rispetto invece a chi ha aspettato per seminarle a terra.

In commercio ci sono diversi prodotti che permettono di fare un semenzaio, ideati per fare essi stessi da piccola serra. Spesso si trovano anche dei kit con tutto, semi e serretta compresi.

Se invece vogliamo darci al fai-da-te ecologico il nostro metodo preferito è quello che utilizza i rotoli finiti di carta igienica. Prima di tutto andiamo a riciclare un materiale che avremmo scartato e poi essendo di cartone sono biodegradabili, e questo ci verrà in aiuto nella fase di trapianto. Basterà chiudere il fondo del rotolo per non fare uscire la terra ed il gioco è fatto.

Il terriccio da preferire ha tre caratteristiche: è morbido, possibilmente con perlite dentro (i pallini bianchi che si vedono in certe confezioni di terra) e leggermente concimato. Morbido perché le nostre piccole radici appena uscite dal seme si devono trovare in un ambiente facile per il loro attecchimento, la perlite serve a far uscire l’acqua in eccesso per evitare ristagni e infine un po’ di concime serve a dare già un piccolo nutrimento alla nostra piantina.

E adesso seminiamo! Bastano 3-4 semi al massimo per alveolo o per rotolino. In questo modo se qualcuno non germina ne avremo altri di ‘scorta’ e se invece avremo tutte le piantine potremmo poi facilmente dividerle.

I nostri contenitori dopo aver seminato li potremmo porre nelle vaschette trasparenti di verdura, che ci serviranno da piccole serre e le sistemeremo i al sole (sud o sud-ovest), lontano da correnti. Se alla sera fa troppo freddo consigliamo di portare in casa i semenzai, lontani da fonti di calore e rimetterli alla mattina nella loro posizione. Se non è possibile, un buon compromesso è quello di coprirli con del tessuto non tessuto bianco, quello che viene usato per coprire le piante in inverno, scoprendoli la mattina successiva.

Quanto annaffiare? Poco, e con uno spruzzino. All’inizio basterà mantenere umidi i primi mm di terreno (il nostro seme è piccolo, ricordiamocelo!) fino a che non avremo i primi germogli. Lo spruzzino è perfetto per controllare al meglio l’annaffiatura senza far spostare il seme dalla posizione o far uscire la terra dal semenzaio.
Dopo un mesetto e quando le piantine avranno raggiunto un’altezza di una decina di cm le potremmo trapiantare nel nostro orto. Se abbiamo usato i semenzai commerciali basterà toglierle dagli alveoli e porle a terra. Chi invece avrà preferito il nostro metodo potrà mettere a terrà le piantine direttamente con il rotolo!

Buon semenzaio a tutti!
Elisa